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CENNI STORICI

"tratto da un'intervista con il professore Giuseppe Abbruzzo" - Alessandro Rizzo
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RESIDENZA ARTISTICA 

CASA CASTELLO

... La casa è un piccolo palazzo antico che il nonno materno Angelo Cortile, tornato ad Acri dall'America (USA) comprò intorno al 1930-31 dalla famiglia Palmieri; situata in rione Castello al limite con il rione Picitti.

Si distingue tra le altre case del quartiere per la struttura massiccia, la sua forma trapezoidale e il suo giardino.
Fatta risanare e ristrutturare per bene dal nonno, fu resa confortevole e comoda dall' introduzione in essa di tanti servizi necessari come quello elettrico, idrico e sanitario. Fu abbellita inoltre dai bei pavimenti e tappezzeria ad essa intonati, da mobili di buona fattura artigianale costruiti in buona parte da mio padre, fine ebanista. In Ultimo fu impreziosita da un grammofono e da una bellissima raccolta di opera lirica, regalo che il nonno fece a se, alla sua famiglia e a tutte le persone appassionate di musica; infatti per questo motivo, fu frequentata da tanta gente.
La casa è composta di tre piani: piano terra, primo, secondo piano e un giardino.
La sua posizione è bella perchè esposta al sole e perchè i balconi che si affacciano sulla vallata del fiume Mucone, permettono allo sguardo affascinato di spaziare liberamente e di cogliere le caratteristiche di un paesaggio meraviglioso.
Paesaggio che va dal letto del fiume all'orizzonte, dalle case del borgo medievale del Casalicchio - Cappuccinìi - Colle Dogna, alle dolci pendici dei monti della Sila Greca, della PreSila fino ai costoni che portano manmano verso la valle e la pianura del fiume Crati.
Essa fu in pochi anni animata da un bel nucleo familiare: i nonni con la zia, i genitori e una nidiata di 8 bimbi, 6 ragazzi e 2 ragazze, e alcune collaboratrici domenstiche. Tutti i suoi vani furono vissuti intensamente.
Un tempo quelli del piano terra furono utilizzati per tenere le piccole botti di vino, gli stipi delle provviste: salumi, formaggi, pesce sotto sale, sott'olio; le ceste del pane, delle castagne, i sacchi della farina, del grano, del granturco, dell'avena, ecc. Uno dei vani fu destinato al forno per la cottura del pane fatto a casa ( e di tante altre cose buone) e a deposito della legna da bruciare in autunno-inverno.

A volte essi furono un luogo accogliente e ideale per le esercitazioni musicali rumorose dei miei fratelli e dei loro amici. Furono anche un luogo rilassante per perfezionare lavori di falegnameria ed ebanisteria da parte di mio padre e da uno dei miei fratelli.

Al primo piano un vano fu adibito a salotto, luogo caldo, accogliente e attraente per la presenza del grammofono e dello sprigionarsi della musica - musica lirica e poi musica popolare prodotta dal mandolino di mio padre, dalla chitarra, dal violoncello, dal clarinetto, dal sassofono, dei miei due fratelli. Una piccola stanza fu destinata a sala d'attesa e le altre stanze da letto.

La cucina, il giardino furono gli altri spazi molto frequentati da tutta la famiglia. La cucina fu sempre un luogo di vitalità, di laboriosità, di apprendimento-insegnamento, di continua e fruttuosa osservazione, applicazione e realizzazione di abilità di tutte  le faccende che vi si svolgevano, dalla preparazione dei pasti alla preparazione delle provviste: salumi e varie parti del maiale della panificazione,  della preparazione di dolci, delle conserve di pomodori, di frutta, ecc.

Essa fu sempre un luogo caldo, accogliente, ristoratore, litigioso, allegro, gioioso, di ascolto, di preghiera, di attenzione, d'amore, di pazienza, di rispetto di se e del prossimo, di stimolo all'autonomia, all'uguaglianza tra i sessi, alla benevolenza, alla generosità, di timori, di tensioni, di serenità e di festa.

Un luogo pure attraente perchè luminoso, profumato, soleggiato e pieno di tante buone cose fu il giardino. In esso trascorremmo molto tempo, perchè c'era tanta frutta: pesche, pere, fichi, uva, mandorle, cachi e tanti ortaggi: pomodori, piselli, finocchi, carciofi, fave, cetrioli, ecc. In più c'era una piccola fattoria di animali: galline, tacchini, colombi, conigli, maiali, cani, gatti.

Abbiamo avuto anche una cavalla di nome stellina che veniva tenuta in una stalla vicino casa e che serviva a mio padre per trainare il carrozzino che lo conduceva nella terra di sua proprietà, nel territorio di Corigliano C.

Due stanze del secondo piano tra il 1940-50 ospitarono alcune classi della scuola elementare. Ciò favorì la conoscenza e il contatto con diversi docenti e con tanti bambini. Relazione che fu molto positiva per noi e penso putre per loro perchè in un ambiente familiare. Luogo di aggregazione sociale fu pure lo spazio sottostante i balconi che si affacciano sul Mucone. Qui si riunivano i bambini per giocare e le donne del vicinato per prendere un pò di sole, per chiacchierare, per lavorare: ricamare, filare la lana, lavorare a maglia, all'uncinetto, rammendare, stendere i panni al sole. La mia casa continuò nel tempo ad essere luogo di aggregazione perchè la maggior parte dei miei fratelli emigrò all'estero, si sposò con persone di altri paesi e i loro figli sposarono pure persone di altri paesi. Così oggi la casa accoglie i figli, i nipoti, pronipoti, amici francesi, spagnoli, inglesi, polacchi, americani, canadesi, cinesi...

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                                                                                                   - RS -

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